MJL #8 (Bi-Monthly Learning Journal)
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...
Già, è passato un po' di tempo dall'ultimo post, e tra i vari appunti mi ero promesso di scrivere qualcosa di interessante oltre al MJL.
Assicuro tutti sul fatto che ho il mio repository di Notion carico di tematiche da affrontare, ma niente da fare. Questi mesi fino ad oggi, 1 Aprile (non è un pesce!), sono stati densi di eventi e scelte che hanno reso complesso il tentativo di ritagliarsi qualche momento alla tastiera.
Quel poco che ho avuto a disposizione, ho preferito metterlo nella lettura, sfruttando poi le prime giornate di sole primaverile: il mio brodo di giuggiole.
Anche la ricerca di contenuti da approfondire è risultata cachetica - passatemi la licenza poetica - e non ho molto da regalarvi. Farò ugualmente del mio meglio.
Di contro, però, sono ben felice di ricordare ai frequent-flyers di questo blog che Gate67 ha compiuto un'anno il 26 Marzo! Questo esperimento prosegue, più carico che mai.
I CERVELLI DI BOLTZMANN - AMEDEO BALBI (7/10)
Sarò sincero: ho capito davvero poco di quello che Balbi in questo video tenta di spiegare. Avrei dovuto approfondire, ma il tempo è tiranno e quindi mi è toccato fare delle scelte, dure scelte.
Mi pare comunque un argomento particolarmente interessante, e se qualche lettore ha la facoltà di spiegarmi meglio cosa sono i Cervelli di Boltzmann, gliene sarò grato a lungo.
ITALIA E DIPENDENZA ENERGETICA DALLA RUSSIA - BREAKING ITALY (8/10)
Breakin Italy è un canale youtube abbastanza seguito al momento grazie alla sua capacità di sintesi e di illustrazione di scenari vari e complessi. Chiaramente la sintesi a volte può essere eccessivamente semplificatrice, e quindi è buona norma accettare con riserva quello che si ascolta.
Dall'ultimo MJL pubblicato purtroppo si è acceso un ulteriore conflitto, di enormi proporzioni, in terra ucraina. La disgrazia umana è incalcolabile, senza alcun dubbio; il mio auspicio è che tutto questo finisca quanto prima. Così come si estinguano tutti i conflitti su questa madre terra. Banale, ma vero.
Non mi addentro nei meandri delle questioni tattiche e militari di questo conflitto, in quanto non ne sono capace e non trovo nemmeno particolare interesse. Mi ha piuttosto incuriosito l'intricato mondo delle conseguenze geopolitiche ed economiche che una guerra di questo calibro può comportare.
E' di dominio pubblico che l'Italia abbia una forte dipendenza dalla Russia in termini energetici e di materie prime.
In questo video si affrontano alcune tematiche inerenti al cambio di strategia italiana sulla gestione delle fonti energetiche. Lo consiglio vivamente.
THE WEAKNESS OF THE DESPOT - THE NEW YORKER (8/10)
Non nutro un forte sentimento di amore nei confronti degli opinionisti, di qualsiasi matrice, nemmeno in merito alla guerra in Ucraina. E questo senso di repulsione si acuisce ulteriormente quando siamo bombardati di informazione di basso livello su temi che invece richiedono grande senso di analisi.
Sono inciampato in due articoli del New Yorker che affrontano il tema della guerra in Ucraina da posizioni speculari, prendendo spunto da riflessioni ed interviste a personaggi definiti esperti della materia - non sapevo chi fossero prima, abbiate pazienza. Questo articolo e quello successivo cercano di dare spiegazioni opposte a quanto sta accadendo: tocca a noi fare sintesi per trovare le scale di grigi più verosimili.
WHY JOHN MEARSHEIMER BLAMES THE U.S. FOR THE CRISIS IN UKRAINE - THE NEW YORKER (8/10)
Se l'articolo precedente è più concentrato ad individuare le colpe e i moventi che spingono la Russia ed il suo leader a muovere guerra all'Ucraina, in questo secondo articolo-intervista del The New Yorker viene dato maggior peso agli errori e alle sbagliate mosse geopolitiche della sfera occidentale (Stati Uniti in primis), che avrebbero creato un vortice a spirale di reazioni negative.
Come sempre, materia fragile, da maneggiare con cura.
COME ERANO PROGETTATE LE CITTA' SOVIETICHE - NOVA LECTIO (8/10)
Mi sono particolarmente impantanato nel dolce fango dei video di Nova Lectio, un canale che ripercorre temi storici e politici e li dopo averli adeguatamente ruminati, li rigurgita in forma meglio commestibile per i non addetti ai lavori - forse potrei risparmiarmela questa allegoria gastroenterologica.
E siccome si sa bene che cosa tira cosa, mi sono infilato un tunnel di temi legati alla Russia e al suo passato da Unione Sovietica. Non sono particolarmente documentato su questi argomenti, motivo in più per rimediare.
Questo video prova a spiegare cosa si cela dietro i famigerati palazzoni di epoca sovietica che sono stampati nell'immaginario comune del cittadino europeo. L'architettura è una finestra sulla società in fondo.
PERCHE' L'UNIONE SOVIETICA E' CROLLATA? - NOVA LECTIO (7/10)
Per chi è a digiuno di storia contemporanea, ecco un bel riassunto - sicuramente molto semplificatorio - dell'ultima cavalcata dell'URSS prima di cadere in un fosso. Inoltre ora che ci penso, a scuola non credo neanche di essere arrivato al crollo dell'URSS con il programma di storia. Meglio ancora.
MEET EARENDEL, THE MOST DISTANT STAR EVER DETECTED - THE VERGE (7/10)
Hubble Hubble, che mi combini? Sei il solito guardone. Il telescopio Hubble, in odore di pensione per il l'arrivo del novello James Webb Telescope, prova a ribadire chi ha fatto la storia della fotografia astronomica, catturando la stella più distante mai rilevata, a "soli" 900 milioni di anni dal Big Bang.
Comprendo la complessità di cogliere questi numeri - io per primo. Ma siamo davvero vicini all'inizio di tutto. Proviamo a immaginare come poteva essere la Terra a 900 milioni di anni dal Big Bang. Open minding.
PUTTING IDEAS INTO WORDS- PAUL GRAHAM (9/10)
Paul Graham torna a regalare insights davvero interessanti e che spesso vanno dritti al punto. In questo suo breve saggio ricorda perchè ha iniziato a scrivere articoli e per quale motivo trova soddisfazione in questa attività mentale.
Suggerisce in primis di provare a scrivere tanto e rileggersi con l'occhio di un lettore terzo, ovvero di un lettore il più imparziale possibile. E' necessario trovare il modo di riguardarsi in modo critico, come se non si conoscesse nulla della materia affrontata: soltanto in questa maniera sarà possibile affinare il proprio modo di esporre idee e di rendersi più comprensibili agli altri.
You can know a great deal about something without writing about it. Can you ever know so much that you wouldn't learn more from trying to explain what you know? I don't think so. I've written about at least two subjects I know well — Lisp hacking and startups — and in both cases I learned a lot from writing about them. In both cases there were things I didn't consciously realize till I had to explain them. And I don't think my experience was anomalous. A great deal of knowledge is unconscious, and experts have if anything a higher proportion of unconscious knowledge than beginners.
I'm not saying that writing is the best way to explore all ideas. If you have ideas about architecture, presumably the best way to explore them is to build actual buildings. What I'm saying is that however much you learn from exploring ideas in other ways, you'll still learn new things from writing about them.
Putting ideas into words doesn't have to mean writing, of course. You can also do it the old way, by talking. But in my experience, writing is the stricter test. You have to commit to a single, optimal sequence of words. Less can go unsaid when you don't have tone of voice to carry meaning. And you can focus in a way that would seem excessive in conversation. I'll often spend 2 weeks on an essay and reread drafts 50 times. If you did that in conversation it would seem evidence of some kind of mental disorder. If you're lazy, of course, writing and talking are equally useless. But if you want to push yourself to get things right, writing is the steeper hill.
La parte centrale è senza dubbio la più succulenta. Quello che ci deve portare a scrivere è il potenziale di riscoperta e di approfondimento: mettendo nero su bianco le nostre idee ed i nostri pensieri abbiamo l'occasione di capire quanto davvero sappiamo di quello che scriviamo, perchè dobbiamo tentare di mettere in ordine i pensieri, renderli organici e comprensiobili ad un ipotetico lettore. In soldoni è quanto suggerisce il metodo Feynmann, ovvero di spiegare un argomento come se il nostro uditore fosse un bambino. Se riusciremo a farci comprendere, significherà che avermo chiaro quanto abbiamo in mente.
Scrivendo su questo blog - dovrei farlo di più, lo so - realizzo quanto è vero quello che sostiene Paul Graham, e soprattuto comprendo quanto davvero mi manca abbracciare un argomento nella sua interezza, pur credendo di padroneggiarlo.
Insomma, scrivere aiuta a sapere di non sapere.
PROFILI - CHIUDERE (8/10)
Ero rimasto indietro rispetto ai nuovi episodi, e mi sono aggiornato.
Come sempre rimango piacevolmente soddisfatto e incuriosito da quello che padre Marco e padre Antonio hanno da offrire; grazie per gli spunti di riflessione.
PROFILI - FINE (8/10)
Quando si dice che three fathers is megl che one.
In cantiere...
Ho finito il libro sul Public Speaking di TED. Interessante, non illuminante.
Ho iniziato e quasi finito "Storia perfetta dell'errore" di quel birbone di Mercadini, che mi sta piacevolmente acchiappando, e poi davvero mi sembra di sentire la sua voce narrante.
Mi sono arenato con il mio canale podcast ma riprendo a breve - promesso.
Forse ho trovato una soluzione per tenervi aggiornati, cari frequent flyers di Gate67.
Se ti sembra interessante quello che scrivo o condivido, lascia una traccia del tuo passaggio qui commentando i miei post. Fare pensiero insieme ad altre persone è un'opportunità preziosa, cogliamola insieme!