Gate 67, perché?
Ci sono un pilota, un'hostess ed un passeggero..
Uno dei miei primi ricordi che associo al mondo dell'aviazione mi vede entrare nella cabina di un aereo, essere accolto dal pilota che, dopo un giro in giostra, mi regala un piccolo modellino di aeroplano civile, probabilmente lo stesso modello con il quale avrei decollato pochi minuti più tardi. Ho giocherellato tutto il volo con quell'aeroplano.
Ora mi chiedo dove sia, l'aeroplano.
Ecco, direi che da quel giro in giostra una delle mie principali passioni sia stata proprio il volo e tutto ciò che ne fa parte. Rimango catturato dall'osservare il brulicare della vita dall'alto, sia da una montagna, sia da un aereo. Ragiono continuamente sullo studio, sulla tecnologia e sulla scienza che si nascondono dietro un aereo. Mi diverto a pensare ai formidabili incastri logistici che un grande aeroporto conta simultaneamente, partendo dall'addetto al riordino dei carrelli portabagagli alla Ground Control, l'ente preposto alla gestione dei movimenti di aerei e veicoli all'interno del perimetro aeroportuale.
Il mondo del volo porta con sè un labirinto di persone, affascinante tanto quanto intricato.
Nel 2004, quando già ero alle scuole medie, insieme a qualche mio compagno di classe delle elementari e ad una cara maestra con i quali ero rimasto in contatto, sono andato al cinema a vedere The Terminal di Steven Spielberg, con Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones ed uno dei miei attori che preferisco, Stanley Tucci.

Il film racconta di un passeggero, Viktor Navorski, che per un bug di sistema istituzionale rimane intrappolato all'interno dell'aeroporto J.F.Kennedy di New York. L'aeroporto diventa la sua casa, in particolare trova rifugio in una parte dell'aeroporto in fase di rifacimento, quindi chiusa al pubblico: l'uscita 67.
Da qui l'idea di dedicare questo blog all'uscita 67, al Gate 67, dove Viktor riparte e restituisce vita alla sua dissaventura. Questo film, che ancora talvolta riguardo e non mi stanco di ripetermi, riassume in modo efficace - senza esaurirli e contemplarli tutti - aspetti della mia curiosità cronica: il volo, gli aerei, il mondo meraviglioso e complesso dell'aeroporto, le millemila storie che ogni passeggero ed ogni essere umano in quel posto portano dentro di sè, i sogni, i popoli, il jazz (Viktor ha una missione strettamente personale che lo lega all'infinito mondo della musica jazz).

Mi piace immaginarmi seduto su di uno sgabello in legno, gomito destro sul bancone di un cafè, il barista in camicia bianca intento ad asciugare un bicchiere con uno strofinaccio. Vorrei che questo blog diventasse il mio sguardo sul crocevia di viaggiatori, donne e uomini, e sulle loro vite, i loro racconti, sulle mie passioni, i miei racconti, il mio crocevia di pensieri.
Il volo è in ritardo, facciamo due chiacchiere?
Se ti sembra interessante quello che scrivo o condivido, lascia una traccia del tuo passaggio qui commentando i miei post. Fare pensiero insieme ad altre persone è un'opportunità preziosa, cogliamola insieme!