Un parto dopo

L'ultimo post risale ad una vita fa, se ripercorro in fast forward i fotogrammi che mi separano dal 22 dicembre 2022.
Eppure non è una vita, ma un insieme di parecchi mesi.

Ma molto è cambiato, come probabilmente per molti o tutti quanti leggeranno questo blog.

Ad ottobre sono diventato padre. Una rivoluzione epocale, copernicana. Una rivoluzione della vita che però non può fare altro che rendermi pieno e felice. L'attesa vissuta durante la gravidanza mi ha distratto da molte cose, tra cui questo blog. Con cadenza fissa ricevevo la mail che mi ricordava di rimpolpare il conto per mantenere in vita questo progetto, e con la stessa cadenza fissa in cuor mio mi ripetevo che la pazienza avrebbe ripagato e prima o poi sarei tornato a sedermi alla tastiera.

Sono le 22.30, in casa è buio, le luci sono spente, fuori piove ed è umido - non è una novità qui alle nostre latitudini - e poco fa mio figlio si è addormentato tra le mie braccia. Mentre gli cantavo tre ninna nanne nella penombra e passeggiavo per la casa attento a non steccare l'intonazione e a non prendere distrattamente qualche spigolo di un mobile, ho avuto l'illuminazione: Gate67!

Dopo qualche minuto - più di qualche minuto, ad essere onesto - ho appoggiato il piccolo e mi sono seduto qui a scrivere.

Questo post è un quadro impressionista di pensieri sparsi, con il forte desiderio di riprendere seriamente a pubblicare qualche cosa, con la frequenza che mi detterà il cuore.

Un parto dopo.
Quando ho saputo che mia moglie era in dolce attesa ho pianto di gioia, e probabilmente perchè avevo intuito soltanto un milionesimo di quello che questa esperienza avrebbe donato.
La gravidanza è un periodo particolare, fragile come un vetro di Murano, ma altrettanto colorato e prezioso. E' un lampante esempio di tempo lento, dove l'attesa quotidiana di qualcosa che prende forma continuamente e cresce inesorabilmente scandisce le giornate. Il tempo lento amplifica le emozioni, le paure, le aspettative, i sogni; dilata tutto, ma allo stesso tempo ti prende per mano e ti porta fuori dalla frenesia della vita.
Non è una passeggiata la gravidanza, ma mette a disposizione un ritmo che è fuori dal nostro controllo e per questo motivo serve munirsi di pazienza, saper aspettare, saper leggere quello che sta accadendo, saper custodire.

Ecco, la gravidanza è un meraviglioso momento in cui esercitare il senso del custodire: "custodire" è una parola che mi è cara e che mi piace ricordare, perchè è tanto intima quanto nobilitante nell'intento. La gravidanza insegna a non correre, a saper meditare e ad accudire le difficoltà di chi è accanto, così come i momenti più spensierati. Durante la gravidanza ci si riscopre uomini e donne vincibili, pieni di dubbi, desiderosi di progettare ma consapevoli che poi bisogna riparlarne al momento opportuno.

La gravidanza è anche luogo di incontro. Perchè oltre al tempo che si dilata, chiaramente si dilata anche la pancia. E allora la gravidanza diventa luogo di incontro con un corpo che cambia, luogo di incontro con una nuova vita che tanto desideri comprendere e scorgere, ma che al contrario ti porta a pazientare sempre di più. E' luogo di incontro con noi stessi in un nuovo abito, mai provato prima, da non sgualcire e che di fatto dobbiamo impare ad indossare. E' luogo di incontro con la persona che ci sta accanto, e che desideriamo accogliere in modo compiuto e proteggere, averne massima cura. E' luogo di incontro con i nostri genitori, che in questo atto della vita ripercorrono con noi parte della loro. La gravidanza è luogo di incontro con i cari e gli amici, che respirano il profumo dell'attesa e comprendono la meravigliosa sartorialità di questo nuovo abito.

Ho stampato nella mente, piccolo, il nostro primo luogo di incontro, ovvero il tuo sussulto nella pancia della mamma, una notte.

Un parto dopo.
Quando ci siamo conosciuti piangevi, io ti sussurravo quanto eri bello con la voce rotta dall'emozione. Non riesco a descrivere questa emozione: come insegna la gravidanza, la custodisco e la medito con gioia immensa. Quando ho visto te e la tua mamma insieme ho compreso il significato della delicatezza, perfetta ed intoccabile.

Un parto dopo.
Impariamo a capire i momenti l'uno dell'altro. Impariamo a sognare ad occhi aperti le esperienze che  vivremo insieme; ho comprato alcuni giochi di società perchè so che giocherò con lui. Impariamo a riscoprire sotto una nuova luce le relazioni con i nostri fratelli. Impariamo a farci piccoli, a ridimensionarci.

Un parto dopo.
Tra i miei fratelli ora si va all'università, si consegue la laurea, si scrive un nuovo ed importante capitolo professionale. Alcuni miei amici si sono sposati, e mi hanno ricordato il valore delle promesse. Altri miei amici hanno comprato casa, e mi hanno ricordato il valore dei progetti fatti insieme. Altri miei amici hanno dovuto rimettersi in discussione, e mi hanno ricordato il valore della nostre infinite capacità.

Un parto dopo.
A Gaza, in Palestina, succede quel che non deve accadere. Mai, ovunque.

Un parto dopo.
E' vita, c'è ancora molta vita da custodire, curare, alimentare, contemplare, ringraziare.

E' tardi. Vado a letto a riposare prima che di là qualcuno si svegli. Ma da domani si torna a scrivere e a riprendere i voli dal Gate 67.

Se ti sembra interessante quello che scrivo o condivido, lascia una traccia del tuo passaggio qui commentando i miei post. Fare pensiero insieme ad altre persone è un'opportunità preziosa, cogliamola insieme!